Dionisio. Il suo culto è esperienza di religione assoluta, che si può effettuare
solo negando il resto (qualunque nome gli si dia: equilibrio,personalità,
coscienza,ragione,ecc.).Le forme del culto lo presentano come un dio
mediterraneo della natura e della vegetazione,dio della vita e della morte,
impone il suo culto con una potenza terribile nella quale trovano sublimazione
gli impulsi segreti della psiche umana,che chiedono una forma periodica di
liberazione,perchè l'uomo possa attingere la felicità nella comunione con il
dio che è in rapporto con la totalità della vita, come dimostrano le sue
relazioni con l'acqua e i germi, il sangue e lo sperma, gli eccessi di vitalità
che si manifestano nelle sue epifanie animalesche (toro, leone, capro). Le sue comparse
e scomparse inattese,riflettono in certo qual modo l'apparizione e
l'occultamento della vita e della morte e in ultima analisi la loro unità.
Pittoricamente tale potenza è data dal rosso lacca. Apparizione ed occultamento
e relativa osmosi , sono date graficamente dall'affiorare del dio (e dei suoi
simboli ) tra i veli che si intravedono in trasparenza attraversare la tela.

 Amore e Psiche .L'opera recupera un bagaglio di elementi in cui è presente il tema dell'anima ricercandone le tracce simboliche. Apuleio nelle "Metamorfosi",II sec. a.C., racconta di Psiche figlia di un re che proprio per la sua bellezza faceva paura agli uomini. Il mito di Psiche è visto in chiave neoplatonica: ella erra nel ritenere il divino tangibile,verificabile. La trama che indirizza il lavoro fa riferimento ai volumi del gruppo scultoreo di Amore e Psiche del Canova. Amore contempla con tenerezza Psiche nell'atto precedente il bacio,in un momento carico di tensione. L'attimo è eterizzato in un istante sublime, come sospeso. Anche la bellezza è idealizzata nei corpi. Le stesse forme vivono in un presente che è storia passata e proiezione futura. Il colore deve dare la sensazione di eternità,il colore dell'anima. Le presenze al centro della composizione vengono avvolte da un movimento circolare delle pennellate.

 

....dalle Metamorfosi di Apuleio...

Psiche era figlia di un re, che proprio per la sua bellezza faceva paura agli
uomini. Disperando di poterla sposare a differenza delle altre figlie,il padre
interrogò l'oracolo, il quale rispose di agghindare la figlia come per un
matrimonio ed esporla su di una roccia dove un mostro orribile sarebbe venuto a
prenderne possesso. In mezzo a un corteo funebre fu portata nel luogo indicato
dall'oracolo e la lasciarono sola. Psiche da sola si lamentava ma
improvvisamente si sentì rapire dal Vento dolcemente fino ad essere posata su
un prato. Qui si addormentò profondamente. Si svegliò nel giardino di un palazzo
magnifico dove venne servita da regina. La sera Psiche avvertì vicino a lei una
presenza: era il marito di cui aveva parlato l'oracolo, che ella non vide ma
che non le sembrò così mostruoso come temeva. Suo marito le disse che non era
concesso che ella potesse vederlo, altrimenti lo avrebbe perduto per sempre.
Questa esistenza si protrasse per alcune settimane. Di giorno viveva sola nel
palazzo, di notte veniva raggiunta dal suo sposo..Era felicissima. Ma con il
tempo cominciò ad avere nostalgia della sua famiglia. Convinse il marito che la
trasportò sul monte a incontrare i suoi familiari. Ma le sue sorelle gelose
della sua felicità iniziarono a fare sorgere il dubbio nella sua mente,sulla
sua condizione di moglie. Alla fine la convinsero a nascondere una lampada,di
notte,e, alla sua luce,mentre egli avrebbe dormito, a scoprire l'aspetto di
colui che l'amava. Psiche la notte avvicinò vicino il viso del marito la
lampada. Scoprì addormentato un bellissimo adolescente. Emozionatissima lasciò
colare sul viso di lui una goccia d'olio bollente.
Bruciato dall'olio, l'Amore (poichè era lui il Mostro crudele di cui aveva
parlato l'oracolo), si svegliò, fuggì immediatamente per non tornare più. Non
più protetta dall'Amore ,Psiche si mise ad errare per il mondo, dove la inseguì
la collera di Afrodite, indignata per la sua bellezza. Nessuna divinità
l'accolse. Infine discese negli inferi dove Persefone le regalò una boccetta
contenente l'acqua della Giovinezza. Sfortunatamente sulla via del ritorno
Psiche aprì la boccetta e cadde addormentata di un sonno profondo. Frattanto,
l'Amore era disperato non poteva dimenticare Psiche . Quando la vide
addormentata la svegliò con la puntura di una delle sue frecce e,risalendo
all'Olimpo chiese a Zeus, il permesso di sposare quella mortale. Zeus
acconsentì. Anche Afrodite si riconciliò con Psiche.

 

ECATE E' LA RAPPRESENTAZIONE DELLA TRIPLICE DEA DELL'ANNO VEGETATIVO, SIMBOLEGGIANTE ANCHE DALLA LUNA NUOVA, PIENA E CALANTE (I CONTADINI SONO STATI SEMPRE ATTENTI ALLE LUNAZIONI NEL LAVORO DEI CAMPI), ERA VENERATA COME SPOSA- FANCIULLA, VEDOVA. DAL RACCONTO DI ESIODO RISULTA CHE ECATE FU IN ORIGINE LA TRIPLICE DEA, DAL POTERE SUPREMO SUL CIELO, SULLA TERRA E SUL TARTARO. MA GLI ELLENI DIEDERO LA PREMINENZA ALLA SUA FORZA DISTRUTTRICE ( DA QUI I COLORI CALDI) E INFINE ELLA FU INVOCATA SOLTANTO NEI RITI CLANDESTINI DI MAGIA NERA. AVEVA TALI POTERI CHE ZEUS STESSO NON LE NEGAVA NIENTE. LE SUE TRE TESTE ( DI LEONE, CANE E GIUMENTA) SI RIFERISCONO EVIDENTEMENTE ALL'ANTICA TRIPARTIZIONE DELL'ANNO.